Epoca pre-leopoldina: 1750

La villa è citata anche nella vista pastorale del Vescovo di Sovana Francesco Maria Barzellotti del 30 marzo 1841 in occasione della consacrazione della cappella, che si trova all’interno del complesso, dedicata a S. Antonio

Antica e fiorente città già in epoca etrusca, vide combattere nel 225 a.C. sul suo territorio una decisiva battaglia tra romani e celti diretti verso Roma. Sin dalle epoche più remote è conosciuta dagli etruschi come Tlamun, dai latini come Talamo, e ancor prima, dai greci, come Telamòn (Θηλαμών) o Thalamòn (Θαλαμών).

Talamone la località è stata una tappa della spedizione in Egitto dell'ammiraglio Horatio Nelson, che partì nel 1798 da Tolone per Napoli, sostando a «la rade de Tagliamon sur les côtes de Toscane», come ha scritto Napoleone nelle sue Memoires.

il nome della città è sicuramente legato all'impresa di Giuseppe Garibaldi e i suoi Mille, che qui fecero scalo nel 1860 per rifornirsi di acqua ed armi e per sbarcare trecentotredici garibaldini repubblicani. La casa dove soggiornò il patriota italiano, distrutta da alcuni bombardamenti, è stata recentemente ricostruita e vi è stata apposta una targa in ricordo dell'evento.

Tempio di Talamonaccio, fu costruito dagli etruschi nel IV sec. a.C. in onore del dio Tinia ed una dea di cui però non conosciamo il nome. Era lungo più di 20 metri, largo 12 metri ed alto 4 metri. Una scalinata portava al Pronao dove si trovavano 4 colonne, dietro alle quali si apriva la cella che ospitava la statua della divinità. La parte frontale del tempio guardava verso il mare, e tutto l'edifico poggiava su un basamento in pietra i cui resti sono ancora visibili. Si vedono anche i basamenti di alcune colonne, i resti parziali della cella, le rovine dell'area sacra e della cisterna sul lato sinistro. Il Tempio di Talamonaccio probabilmente fu distrutto ed incendiato nel I secolo a.C. durante le lotte tra Silla e Mario. Il ritrovamento invece è avvenuto nel 1889 durante i lavori di costruzione di un fortilizio militare, anche se la campagna di scavi si svolse solo tra il 1962 ed il 1969.

Si narra che il nome Talamone, derivi dall'eroe greco Telamone, figlio di Eaco ed Endeide e fratello di Peleo padre di Achille. La leggenda racconta che qui approdò dal ritorno dalla Calabria e che sia sepolto proprio sotto la rocca.

L'antica Telamon, per l'omonimia con Telamone, uno degli Argonauti, si disse da essi fondata. Ebbe costituzione propria se, come pare, si devono a essa attribuire le monete etrusche con l'iscrizione tla. Essa è famosa soprattutto per la vittoria, che nei suoi pressi i consoli romani del 225, L. Emilio Papo e C. Attilio Regolo, riportarono sui Galli. Mario sbarcò a Telamone ritornando dall'Africa e nell'82 la città fu devastata dalle truppe di Silla; dopo di che non ritornò più all'antico stato e infine fu abbandonata e scomparve. Essa era situata non dov'è l'odierna Talamone sulla punta di Talamone (Τελαμὼν ἄκρον), ma sulla collina di Talamonaccio, detta un tempo anche Talamone vecchio, che sorge sulla sponda orientale del golfo, presso la via Aurelia, della quale Telamone era una stazione ricordata dagli itinerarî. L'abitato corrispondente all'odierna Talamone dovette sorgere, sul promontorio omonimo, per servizio del porto cresciuto durante l'impero per l'abbandono della vicina Telamone. Non dové mantenersi durante l'alto Medioevo, ma risorse verso il 1000, e fu sottoposto ai monaci di S. Salvatore sul Monte Amiata, finché Siena non lo comprò da questi, incapaci di difenderlo contro gli Aldobrandeschi (1303). Grandi speranze, derise da Dante, suscitò nei Senesi quest'acquisto, che rimase sterile di risultati. Era già iniziata la decadenza della Maremma, dovuta soprattutto alla malaria, e Talamone ne sofferse gravemente per il contatto con una palude ormai divenuta pestifera. Così che la gente di mare, chiamatavi dalla Liguria e dalla Catalogna, se ne tornava via o vi periva. Il commercio, d'altra parte, era scarso per la decadenza di Siena e per l'incapacità di avviarlo attraverso quel porto che nessuna flotta difendeva. Una modesta, ma effimera, prosperità Talamone ebbe soltanto quando Firenze v'incanalò parte del suo traffico (1356-64), ma ebbe anche a soffrirne per le vendette dei Pisani. Affittato a privati liguri, catalani, senesi, senza risultato; assalito, preso, devastato da questa o quella flotta nemica, continuò a vivacchiare, e quando, nel 1414, Siena occupò l'Argentario, dové dividere con Port'Ercole il poco traffico e le modeste cure della dominante. Preso dal Doria al servizio del papa nel 1526, devastato da Khair ad-din Barbarossa nel 1544, passò agli Spagnoli nel 1556, e formò il più piccolo dei loro "presidî" di Toscana, sotto il governatore militare di Orbetello. Da allora seguì le vicende di Orbetello, al cui comune fu infine aggregato. Il 7 maggio 1860 vi sbarcò Garibaldi per distaccare la colonna Zambianchi. Recentemente è stata compiuta la bonifica del padule per la rivalorizzazione di questa bella e suggestiva zona.

La leggenda vuole che il nome di Talamone arriva direttamente dall’ eroe greco Telamone.Si dice che Telamone sia atterrato qui sulla via del ritorno dalla Calabria ed è sepolto proprio sotto la Rocca.

Le sue origini risalgono all'epoca etrusca anche se alcuni ritrovamenti affermano che già fosse abitata in epoca preistorica.

Nel 1356 Talamone divenne il porto commerciale di Firenze.

Nel 1557 entrò a far parte dello Stato dei Presidi.

Nel 1815 Garibaldi fece scalo a Talamone, durante la spedizione dei mille, per rifornirsi di armi e viveri.

Le prime notizie che si hanno su Talamone, parlano di un antico nucleo etrusco, Tlamu, che sorgeva nei pressi del colle di Talamonaccio. A questo periodo (IV sec. a.C.) risale il Tempio di Talamonaccio di cui oggi rimangono resti delle fondamenta e lo splendido Frontone di Talamone rappresentante il mito dei "Sette contro Tebe" (opera di Eschilo 467 a.C.).

Nel 225 a.C. a Talamone, precisamente in località Poggio Ospedaletto, venne combattuta la battaglia tra Romani e Galli. I Galli erano composti da un'alleanza fra varie popolazioni, avevano a capo i re Concolitano e Aneroesto, ed avevano come obiettivo quello di unirsi alle truppe cartaginesi per marciare su Roma. I due eserciti però non riuscirono ad incontrarsi poiché i romani, comandati da Gaio Atilio Regolo e Lucio Emilio Papo, annientarono i Galli nella battaglia di Talamone dove persero la vita anche il re Aneroesto ed il console Gaio Atilio Regolo. Talamone successivamente viene ricordato in riferimento all'aiuto che dette a Mario, di ritorno dal suo esilio africano per organizzare un esercito e marciare contro Silla. Aiuto che Talamone pagò a caro prezzo: fallito il tentativo di Mario, le truppe dello stesso Silla rivolsero la loro ferocia contro coloro che avevano aiutato il suo rivale, così nell'82 a.C. Talamone fu completamente annientata.

https://www.tuttomaremma.com/talamonestoria.htm

 http://www.travelingintuscany.com/italiaans/talamone.htm

Nel corso del XVIII secolo iniziò una lenta ripresa: la località è stata una tappa della spedizione in Egitto dell'ammiraglio Horatio Nelson, che partì nel 1798 da Tolone per Napoli, sostando a «la rade de Tagliamon sur les côtes de Toscane», come ha scritto Napoleone nelle sue Memoires.

Il tempio di Talamonaccio

Il tempio di Talamonaccio fu fondato alla fine del IV secolo a.C., contemporaneamente alle ultime lotte delle città etrusche contro Roma, e rimase in uso anche dopo la conquista romana. Il tempio, di tipo etrusco-italico, era posto su un alto basamento in pietra, chiamato podio, ed era chiuso nella parte posteriore; la cella, che ospitava la statua della divinità, era preceduta da un portico colonnato (pronao). Il tetto, a doppio spiovente, era costituito da travi in legno coperte da tegole e coppi; le parti lignee esposte agli agenti atmosferici erano protette da decorazioni in terracotta, fissate al supporto con chiodi. Sulla facciata posteriore era collocato il celebre frontone (datato a poco dopo il 150 a.C.), con la rappresentazione della lotta fratricida tra Eteocle e Polinice, figli del re di Tebe Edipo, per il comando della città. Della decorazione che si trovava sulla facciata anteriore non rimangono invece che pochi frammenti, che non permettono una ricostruzione attendibile. [5]